Asili nido, il nuovo Decreto risolve solo in parte i problemi delle educatrici teramane

TERAMO –  Il nuovo decreto “economico” sul Coronavirus 18/2020 lascia sospesi a metà i problemi delle maestre degli asili nido teramani, costrette ad andare al lavoro senza godere della chiusura delle scuole di ogni ordine e grado garabtita a tutti gli insegnanti statali fino al prossimo 3 aprile. Le educatrici da ieri hanno una nuova copertura giuridica che non c’era ad esempio durante il terremoto, ma i loro problemi restano più o meno gli stessi: per ottenere l’esenzione giustificata dal lavoro garantita dal nuovo decreto, che è andato a riformare la normativa sui contratti dei dipendenti comunali (assimilati al personale di segreteria e non agli insegnanti) dovranno prima consumare tutti i giorni di congedo straordinario e poi tutti i giorni di ferie. Il che significa che le ferie di oggi non potranno essere utilizzate durante l’estate.

L’analisi è emersa ieri mattina in un confronto tra i rappresentanti delle educatrici, la loro coordinatrice e l’assessorato al Personale di Andrea Core, che si sono concentrati sull’articolo 87 del Decreto: le amministrazioni pubbliche (in questo caso il Comune di Teramo) possono collocare il lavoratore (in questo caso le educatrici) in esenzione giustificata dal servizio, considerata a tutti gli effetti prestazione di servizio. Ma si tratta di una possibilità residuale, attivabile dal Comune solo nel caso il lavoratore non possa essere collocato in smart working (ma in questo caso le educatrici non avrebbero comunque nulla da fare con i piccoli alunni tramite internet) e dopo aver utilizzato le ferie pregresse e gli altri congedi.

Il Comune di Teramo nelle scorse settimane si è collocato già su questa linea, ricorrendo ai permessi 104, ai congedi straordinari e al recupero delle ferie. D’ora in avanti il Comune o decide di utilizzare le educatrici da casa tramite il “lavoro agile” via computer (con progetti che al momento non esistono), oppure dovrà collocare le educatrici in esenzione giustificata, per poi reimpiegarle quando l’emergenza sarà finita, ma quando probabilmente non ci saranno bambini da assistere, cioè durante l’estate.

Se le insegnanti di scuola materna (ad esempio) non “consumeranno” giorni durante il lockdown, non varrà comunque lo stesso per le educatrici dei nidi con contratti “comunali”.